Le strane elezioni a Vittorio Veneto Vogliono far votare pure i profughi

marocchini

Veneto, al voto anche i profughi. Sembra paradossale e invece in provincia di Treviso, a Vittorio Veneto, una elegante cittadina ottocentesca, che trae il nome proprio dal primo Re d’Italia l’appellativo Veneto venne aggiunto nel 1923 vogliono far partecipare i profughi alle elezioni per i sette consigli di quartiere.

Gli extracomunitari che abbiano ottenuto la residenza. L’assessore Barbara De Nardi ha fatto sapere che non ci sarebbero i presupposti.

Nei regolamenti si parla di cittadini residenti nel Comune da almeno 5 anni. Comunque sia, colpisce che per il voto ora si pensa pure ai rifugiati. Con il documento in mano sono già una sessantina, ospitati tra il Ceis (Centro italiano di solidarietà) e la Caritas.

Lo stesso giorno, quindi, del referendum costituzionale potrebbero andare alle urne anche loro.

Come riporta La Tribuna di Treviso, ci sono decine di profughi con il certificato di residenza che hanno già manifestato la loro volontà di esercitare il diritto al voto.

Diritto, però, che viene garantito dalla Costituzione ai soli cittadini, appunto. Se questo da un lato è stato accolto dalla maggioranza comunale formata dal Partito democratico e da liste civiche, dall’altro ha fatto tuonare il Carroccio.

E il segretario nazionale Liga Veneta, nonché ex sindaco di Vittorio Veneto, Gianantonio Da Re, preannuncia proteste clamorose.

Secondo l’ex sindaco i profughi peseranno sul bilancio dei Servizi sociali del Comune.

I sette delegati dei consigli di quartiere, lavoreranno gratis e senza spesa alcuna per l’amministrazione.

Ma Da Re non si arrende e accusa l’amministrazione di volersi garantire il voto. Addirittura come riporta La Tribuna di Treviso l’ex sindaco parla di «pulizia etnica» per «sostituire parte della cittadinanza con gli stranieri».

«In ogni caso – ironizza avremo modo di conoscere quanti profughi sono stati regolarizzati dalla sinistra e di quanti dovremmo farci carico».

A intervenire anche Gianluca Posocco, consigliere comunale Lega Nord. «Già che ci siamo perché i profughi non presentano anche loro rappresentanti?».

E a Treviso ci si stavano avvicinando.

Non i profughi però, ma la comunità di stranieri della Marca, proveniente dall’Africa, con cittadinanza italiana, che si acquista dopo dieci anni di residenza.

È di giugno scorso la notizia, pubblicata sulla stampa locale, che gli immigrati stavano preparando una lista.

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