Messico: il paese più pericoloso al mondo (immagini riservate ad un pubblico meno sensibile)

la classica frase “macelleria messicana” trova in queste foto la sua applicazione

Forse, a molti di quelli che ancora strillano al muro sul confine messicano, fortemente voluto dai presidenti americani, e non dal solo Trump, è ancora poco chiara la situazione messicana.

Non è servito l’invio nell’area di migliaia di soldati. E nemmeno le nuove leggi emanate appositamente dell’esecutivo per combattere contro le violenze. Nulla è ancora stato utile a calmierare la situazione che sta trasformando il Messico, e nemmeno troppo lentamente, in uno dei paesi più pericolosi del mondo.

I cartelli si combattono anche a colpi mediatici oltre che con le pistole. Omicidi di massa, eclatanti. Scene criminali degne dei migliori film dell’orrore. Teste mozzate e corpi mutilati Uno spara all’altro e tutti e due accusano le forze di sicurezza di fare parte del cartello avversario e di favorirne i traffici illeciti a scapito dei nemici.

uno dei “divertimenti” dei macellai messicani è quello di tagliare la pelle del viso ai lati,e strappare letteralmente il viso alle vittime.

D’altronde , tra criminali comuni e polizia corrotta , le scene che qui proponiamo , sono diventate cosi normali tra la gente che cammina per le strade, che non fanno più colpo ,e località famose come Acapulco, sono diventate ormai campi di battaglia dove, ogni giorno, decine di persone vengono “giustiziate” tra l’indifferenza dei passanti che continuano normalmente la loro vita.

Il racconto cruento della guerra fra narcos non risparmia nessuno, nemmeno i ragazzini minorenni che hanno la sola colpa di entrare a far parte del giro sbagliato.

Secondo quanto emerse dalle indagini delle forze dell’ordine, l’omicidio dell’autostrada di Acapulco  fu una ritorsione per un altro massacro dei narcos avvenuto il giorno precedente al ritrovamento, quando un gruppo di killer dei Templari uccise 10 ragazzi minorenni, tra i 15 e i 16 anni, che spacciavano droga per la Familia Michoacana.

In quell’attacco rimasero gravemente feriti anche 5 ragazzini, mentre tra le vittime vi era anche El Tuzo, ovvero il presunto leader dei sicari della Familia che si era accordata con la Sinaloa, dopo essersi separata dai Templari.


Attivista assassinata: foto del cadavere su Twitter

Il mio vero nome è Maria del Rosario Fuentes Rubio, sono una dottoressa e oggi la mia vita è arrivata alla fine. Chiudete i vostri account su Twitter, non mettete in pericolo le vostre famiglie come ho fatto io. Chiedo scusa‘.

Questo è il messaggio apparso nel mese di ottobre 2014 sul profilo Twitter di un’attivista anti-narcos: a scriverlo, uno dei suoi aguzzini, che ha poi postato la foto del cadavere sul noto social network.

Maria del Rosario, medico e giornalista, usava Twitter per denunciare i traffici criminali del suo Paese, lo stato messicano di Tamaulipas conteso dal cartello del Golfo e da quello dei Los Zetas.

La donna è stata torturata ed uccisa, ed ora molti blogger hanno espresso timore nel continuare la lotta telematica contro i narcos: tuttavia, per onorare la memoria dell’attivista, nonostante la paura i suoi colleghi hanno deciso di ‘andare avanti con più forza di prima‘, e non lasciarsi sopraffare dalla raccapricciante crudeltà dei narcos.

Nella foto: cinque cadaveri con teste, braccia e gambe troncate e collocate accanto al torso sono stati trovati  dalla polizia messicana alla periferia di Culiacan, capitale dello Stato di Sinaloa, a ridosso con la frontiera Usa.

Lo hanno reso noto i media locali.

Accanto ai corpi smembrati, è stato trovato anche uno striscione in cui il cartello dei Los Zetas sfida il boss di quello di Sinaloa, Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, avvertendolo: ‘Non controlli lo Stato di dove sei originario, figurati se puoi controllarne un altro’.

Il messaggio è siglato ‘Z40′, cioé Miguel Angel Trevino, il n.2 dei Los Zetas – la gang di narcos piu’ sanguinaria del Messico in ‘guerra’ da tempo con quella di Sinaloa, la piu’ potente – che, inoltre, accusa ‘El Chapo’ di essere ‘un informatore della Dea’, l’agenzia antinarcotici Usa.

Il quotidiano ‘El Universal’ rivela oggi che la Dea ha appena arrestato a Laredo, Texas, due militari Usa, presumibilmente assoldati dai Los Zetas per uccidere dei loro rivali in un fattoria della zona.

Il giornale, citando fonti della giustizia Usa, precisa che i due militari, un tenente ed un sergente dell’esercito, ‘avevano offerto addestramento militare a quelli che ritenevano membri’ di tale cartello.

Ci si chiede, alla luce di queste poche e parziali notizie, se i “manifestanti” contro le politiche americane del famoso muro, abbiano ancora le idee ben chiare su cosa sta effettivamente succedendo in messico e da cosa cercano di proteggersi gli americani, che probabilmente hanno tanti difetti, ma ancora non sono giunti alla stupidità del “porgi l’altra guancia” e meno che mai si sognano di protestare a suon di gessetti.

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