Referendum 2016, il “No” non fa più paura ai mercati. Credit Suisse: “Tenuta creditizia non sarà colpita. Al massimo uscita di scena di Renzi”

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Le banche d’affari e le agenzie di rating minimizzano sull’eventuale vittoria del No al referendum del 4 dicembre.

Una inversione di rotta rispetto al passato in cui una bocciatura al referendum costituzionale poteva significare, sempre secondo gli addetti ai lavori, un eventuale crepa per il credito italiano e caos a livello finanziario.

Se il referendum non dovesse passare – sostengono ora – la tenuta creditizia dell’Italia non sarà direttamente colpita.

Un eventuale Sì “potrebbe contribuire alla stabilità e all’efficacia del governo italiano” dice in un rapporto S&p global ratings, che per il nostro paese ha confermato il rating “bbb-” e l’outlook stabile pur tagliando le stime di crescita per l’anno in corso e il prossimo.

Se invece il fronte del sì perderà, la bocciatura del referendum secondo S&p “non dovrebbe essere significativa per la tenuta creditizia dell’italia a meno che porti a un’inversione di rotta delle riforme strutturali”.

Dello stesso parere è Credit Suisse, come sottolinea Roberto Calderoli facendo notare il cambiamento di rotta.

“Che intorno al referendum del 4 dicembre l’aria stia cambiando lo dimostra l’uscita odierna degli analisti del credit suisse per cui ‘non vediamo conseguenze sistemiche, anche in caso di vittoria del “no”.

Dopo che per settimane tutti i poteri forti europei e mondiali, a partire dalle temute agenzie di rating, si erano schierati a sostegno del si al referendum e di Renzi, prevedendo scenari apocalittici in caso di vittoria del no, peraltro gli stessi scenari apocalittici evocati se avesse vinto il ‘leave’ alla Brexit, adesso qualcuno anche tra di loro inizia ad aprire gli occhi e a cambiare opinione, forse anche alla luce non solo dei sondaggi che danno sempre in vantaggio il no ma anche delle posizioni dei bookmakers, come gli autorevoli britannici di ladbrokes, che per il ‘no’ pagano appena 1.57 mentre per il ‘si’ pagano quasi il doppio, con 2.25.

E così un istituto autorevole come la Credit Suisse smentisce timori o previsioni catastrofiche in caso di vittoria del no prevedendo come unica possibile conseguenza la semplice uscita di scena di Renzi”

Credit Suisse sostiene infatti che una vittoria del No sia “possibile” ma non porterà a uno scenario di “ExItaly”, ossia di uscita dell’Italia dall’Unione Europea, “né probabilmente a elezioni anticipate” scrive l’istituto in un report dedicato all’Europa del dopo-Trump e dei rischi politici in arrivo con le scadenze elettorali.

“Un voto contro aumenterebbe chiaramente l’incertezza e sarebbe giudicato negativamente dal mercato, ma non riteniamo che le conseguenze saranno sistemiche” spiegano gli analisti.
“Inconsistenti”, secondo la banca d’affari svizzera sarebbero anche gli scenari di una vittoria del Movimento 5 Stelle.

Il voto “no” manterrà, in sostanza, “il potere di veto del Senato” e le principali conseguenze della sua vittoria potrebbero essere “l’uscita di scena del presidente del Consiglio Matteo Renzi”; “una maggiore difficoltà di ricapitalizzare il settore bancario”; “l’ampliamento dello spread” e, infine, “una pausa o un ritardo nel portare avanti le riforme economiche”.

Fonte: qui

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