A Roma 17 indagati a rischio processo per 25 mila euro di mazzette sugli appalti dei campi rom

campi rom

Avrebbero preso mazzette, per un totale di 25 mila euro, per assegnare a imprenditori amici gli appalti per la bonifica dei campi rom.

I pm Luca Tescaroli, Carlo La Speranza, Maria Letizia Golfieri e Edoardo De Santis hanno concluso l’indagine nei confronti di 17 persone accusate a vario titolo di corruzione, falso, e turbativa d’asta.

Tra gli indagati che rischiano di andare a processo spiccano due nomi noti: il funzionario della Polizia Municipale Eliseo De Luca ed Emanuela Salvatori, ex funzionario del Dipartimento delle Politiche Sociali e della Salute del Campidoglio.

La donna peraltro è stata da poco condannata a 4 anni di reclusione, nel processo di «Mafia Capitale», per gli affari con il ras delle cooperative Salvatore Buzzi.

La chiusura di questa inchiesta – che non ha comunque nulla a che vedere con l’indagine «Mondo di mezzo» – coinvolge anche alcuni dipendenti comunali e gli imprenditori che pagavano per ottenere i lavori.

Le irregolarità contestate dalla Procura di Roma riguardano l’assegnazione di appalti per lo svolgimento di lavori nei campi nomadi di via Lombroso e di via di Salone, a Roma, e di Castelromano.

Oltre ai soldi i dipendenti del Comune di Roma venivano comprati grazie a biglietti per il Gran Teatro, promesse di assunzioni per figli e parenti, capi di marche prestigiose tra cui Gucci, e pregiatissimi vini da tavola italiani e francesi.

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