Pordenone, agente paga quasi 100mila euro di Iva per errore: lʼAgenzia delle Entrate non vuole restituirli

Un ufficio dell'agenzia delle entrate, in una foto d'archivio del 4 maggio 2012. Maxi operazione degli ispettori dell' Agenzia delle Entrate tra venerdì sera e le prime ore di questa mattina con un centinaio di controlli in locali, bar e stabilimenti di note località balneari, tra le quali Capri, Portofino, Portocervo. Per i locali notturni i controlli sono avvenuti in collaborazione con agenti Siae. Gli esercizi oggetto della maxi operazione del Fisco in note località balneari di tutta Italia sono stati selezionati dopo una ''preventiva e approfondita attività di analisi del rischio'' basata su elementi informativi presenti in Anagrafe Tributaria e sulla conoscenza del territorio che hanno fatto emergere anomalie e assenza di controlli. E' quanto si apprende da fonti vicine all'operazione. Per quanto riguarda i locali notturni controlli e selezione sono stati svolti in collaborazione con gli ispettori della Siae. ANSA/STRINGER

Pordenone: Una svista da 100mila euro, anzi, per la precisione 96.730.

E così per un agente di commercio di Pordenone l’auto-compilazione online dell’F24 per pagare l’Iva trimestrale si è trasformata in una tragedia.

Un importo nella norma, per un professionista che opera nel settore delle forniture di caffè: 967,30 euro.

Ma in un attimo quella virgola diventa un punto, messo al posto sbagliato: 96.730 euro, clicca, invia, stampa.

Poi la scoperta dell’errore e il tentativo, finora vano, di correre ai ripari.

Dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate la doccia fredda: nessun rimborso immediato, ma la “garanzia” di una compensazione dei futuri debiti.

Tradotto significa che serviranno circa 25 anni per pareggiare i conti con lo Stato.

“Quanto accaduto ha dell’incredibile – racconta Luca Schiavon a La Stampa – nella mia intera carriera professionale non ho mai avuto così tanto denaro disponibile nel conto corrente.

È accaduto che di recente avessi venduto un immobile e mi stessi guardando attorno per decidere come investire il ricavato.

Senza quei soldi, il sistema automatico avrebbe rifiutato il pagamento, per mancanza di liquidità, e mi sarei accorto di quel maledetto punto al posto della virgola”.

Il bello è che per i funzionari del Fisco non c’è nessuna anomalia: “Il sistema dei rimborsi è standardizzato – spiega Antonio Cucinotta, direttore dell’Agenzia di Pordenone – e noi non possiamo interpretarlo.

Tanto più che la dichiarazione sul 2016 sarà disponibile solo il prossimo anno e unicamente in quel momento sarà possibile confermare la veridicità delle affermazioni del contribuente su quanto deve effettivamente all’Erario”.

Però, rassicura, “nessuno si terrà i suoi soldi. Mal che vada compenserà debiti e crediti futuri”.

Magra consolazione per un professionista di 52 anni: fatti due calcoli, al ritmo attuale, finirà di intascare il suo denaro alla soglia degli 80 anni.

Fonte: qui

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