Sfrattato e in mezzo alla strada con la famiglia e figlio autistico chiede aiuto al comune: ripassi domani ,oggi non possiamo fare niente

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Una famiglia con un bambino disabile di tre anni – affetto da autismo – è stata sfrattata dalla sua casa, in via Falcone e Borsellino a Rovigo, proprio nella settimana più fredda dell’inverno.

Carlo Baratella, la moglie Amalia e il bambino hanno dovuto lasciare il loro appartamento perché non riuscivano più a pagare l’affitto.

Alla loro porta si è presentato il il legale del proprietario dell’immobile, l’ufficiale giudiziario assieme agli agenti della questura e della polizia municipale.

“Abbiamo raccolto i vestiti e i nostri effetti personali, abbiamo cercato di vestire bene il bambino.

Non sapevamo cosa ci aspettava, anche dormire in strada”, ha spiegato Carlo al Resto del Carlino, raccontando di essere “andati in Comune per chiedere aiuto.

Ci hanno detto di cercare un dormitorio per mia moglie ed il piccolo.

Forse ci sono un paio di posti. Domani però. Oggi non è possibile avere un letto”.

L’uomo si rivolge da mesi ai servizi sociali per spiegare la situazione: “Da un anno ho smesso di lavorare per seguire le cure di mio figlio. Dopo che i medici gli hanno diagnosticato l’autismo ho deciso di stargli accanto per aiutarlo.

Mia moglie era provata psicologicamente dopo la diagnosi.

Non abbiamo nessuno a cui appoggiarci.

Ora però abbiamo finito tutti i risparmi.

Non pagavo l’affitto da qualche mese.

La proprietaria di casa non ha voluto avere pazienza, le ho spiegato che ho ripreso da poco la mia attività di libero professionista.

Mi sarebbe bastato qualche mese per mettermi in regola con i pagamenti.

Ma niente. Da due mesi ci aveva staccato il riscaldamento.

Il mio bambino dormiva al freddo. L’ appartamento non era in buone condizioni, era pieno di umidità. Ma era un tetto dove riparare nostro figlio.

Ma ora ci ha mandati via”.

Nel frattempo i servizi sociali avevano risposto che a Rovigo non c’erano case disponibili.

Della vicenda di Carlo e della sua famiglia si è interessato il sottosegretario alla Salute Davide Faraone che chiama in causa il sindaco del capoluogo polesano, Massimo Bergamin, e il governatore del Veneto, Luca Zaia.

Nel frattempo, riporta sempre il Resto del Carlino, si è fatto avanti un benefattore, che vorrebbe mettere a disposizione della famiglia la propria casa ad Arquà: “Ci sono 140 metri quadrati e un giardino per gli animali.

Io e mia moglie abbiamo deciso di andare a vivere altrove e per evitare di lasciare questa casa incustodita, abbiamo pensato che fosse più utile metterla a disposizione di chi ne ha bisogno”.

In cambio chiede solo la possibilità di incontrare la famiglia e con lei organizzarsi il trasloco nella casa che, nel giro di una settimana, verrà liberata.

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