Sergio Marchionne si è schierato per il si :

         “Quello che interessa a noi come azienda è la stabilità del sistema“,

cosi risponde l’amministratore delegato di FCA durante un intervento LUISS ai giornalisti che chiedevano la sua posizione sul referendum.

Ma non crediamo che sarà Renzi ad enfatizzare questa presa di posizione, in quanto il modello Marchionne non è certo un esempio di patriottismo .

Infatti apre subito le danze il senatore di FI Lucio Maran :

“Il canadese Marchionne, che paga le tasse in Svizzera, spostata l’ex Fiat all’estero, vuole che noi italiani votiamo Sì alla schiforma. Rispondiamo: No, grazie.

Tra l’altro Marchionne ha spostato la sede della Fiat facendo perdere all’Italia somme di decine di volte superiori ai presunti risparmi della riforma”.

Aggiunge Roberto Calderoli :

“Marchionne appoggia il Sì al referendum sulle riforme costituzionali per dare più stabilità al sistema? Vorrei capire da che pulpito vorrebbe darci lezioni il signor Marchionne, uno che ha la cittadinanza svizzera per ovvie ragioni fiscali, uno che ha preso la Fiat, un’azienda che per decenni ha beneficiato di aiuti di Stato e incentivi vari e ne ha spostato la sede legale in Olanda sempre per ovvie ragioni fiscali, uno che quando ha fatto quotare in borsa la Ferrari ha scelto di farlo a New York e non a Milano. Devo andare avanti? Marchionne al massimo si occupi delle elezioni americane, tema magari a lui più vicino”

D’altra parte anche qualche rappresentante della sinistra ha qualche parola sul caso, come fa Arturo Scotto di SEL :

“Per Marchionne il Si al Referendum e’ necessario per la stabilita’ del Paese.

Peccato che la stabilita’ di un Paese si regga innanzitutto sul patto fiscale tra i cittadini e lo Stato. Ma questo a Marchionne non interessa. Visto che le tasse le paga in Svizzera”

Insomma , non una grande pubblicità per il prossimo referendum

Fonti : Secolo d’Italia – Uffington Post